MANIFESTO PROGRAMMATICO

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MENTE E CORPO: SONO DAVVERO NETTAMENTE SEPARATE?


La nostra illusione è che il corpo sia un “oggetto” che si può vedere e toccare, e la mente invece sia immateriale, intangibile, non in connessione diretta col corpo.

Eppure la realtà è sotto i nostri occhi in ogni momento. Ad esempio, lo schermo del nostro telefonino può funzionare male per una App che lo tiene sempre illuminato (software, mente), e questo causa un rapido esaurirsi della batteria (hardware, corpo). In questo caso un problema software (mentale) causa un problema hardware (del corpo). Al contrario, un po’ di acqua che bagna i circuiti (problema hardware, del corpo) può far comparire delle strane immagini sullo schermo (problema software, della mente). Se vogliamo risolvere il problema, abbiamo bisogno di agire sia regolando il funzionamento della App (mente) che rimuovendo l’umidità dai circuiti (corpo).

Modernamente le sterili polemiche del passato che contrapponevano medici-psichiatri da un lato a psicologi-psicoterapeuti dall’altro sono per fortuna solo un lontano ricordo. Una volta, i medici si limitavano a somministrare farmaci ai “pazienti”, considerando il disagio mentale il frutto soltanto di una alterazione della chimica del cervello. Tanto tempo fa gli psicologi, invece, consideravano la sofferenza sempre e solo come il segno di un conflitto interiore, o il portato di problemi nelle relazioni del “cliente”, e cercavano di aiutarlo usando soltanto le parole. Di conseguenza, psichiatri e psicologi litigavano ferocemente tra loro, senza riuscire a trovare una sintesi che affrontasse i problemi delle persone sofferenti con la giusta prospettiva olistica.

Tutto questo, per fortuna, appartiene al lontano passato.

Da diversi decenni si è ormai affermata la concezione secondo cui i diversi comportamenti che provocano sofferenza sono messi in atto per difendersi da un conflitto psichico, per superare un trauma di relazione, ma sono capaci di alterare la struttura plastica del cervello, di quella parte che si organizza proprio sulla base dell'esperienza. È dunque possibile, al di là di sterili contrapposizioni, tenere insieme biologia e psicologia in una nuova idea della psichiatria che intrecci la terapia della parola e quella dei farmaci per curare l'uomo sofferente nel suo insieme.                         

E’ possibile affrontare la sofferenza usando contemporaneamente ed in sinergia i farmaci (ove occorrano) e le parole (quando indicate). Questo è quello che noi facciamo.


CHI SIAMO

Siamo un'equipe formata da psichiatri e psicologi psicoterapeuti che tratta i disturbi psichici d'ogni età, dall'infanzia al grande anziano. All'interno del gruppo ogni terapeuta ha competenze e formazioni specifiche.

Ciò che caratterizza il nostro gruppo è il lavoro in equipe. La persona con una sofferenza viene presa in carico non da un singolo professionista, ma dall’intera equipe, che collabora strettamente nel valutare la situazione clinica, e propone le strategie di intervento più adatte a quella singola persona in quella specifica situazione.

 

Siamo psichiatri e farmacologi, e possiamo essere d’aiuto con l’utilizzo dei farmaci più aggiornati per alleviare i sintomi che più causano sofferenza. La nostra filosofia è usare sempre il minor numero possibile di farmaci, alle dosi più basse possibile, e solo per il tempo strettamente necessario. Siamo convinti che ogni persona meriti di essere libera da qualsiasi forma di dipendenza, fisica e mentale, abbia il diritto ad una vita autonoma da tutto, anche dai farmaci. 

 

Siamo psicoterapeuti, sia medici che psicologi, che aiutano le persone per mezzo di colloqui, che possono svolgersi individualmente, in coppia, in gruppo o anche in via telematica (Skype), a seconda delle necessità. La psicoterapia è la via maestra nel raggiungimento dell’autonomia, nel superamento di conflitti, nell’affrontare momenti esistenziali difficili, nel fare i conti con sentimenti o comportamenti che fanno male.

 

Il nostro modello culturale di riferimento è l’Analisi Transazionale, una tecnica psicoterapeutica messa a punto da Eric Berne a partire dagli anni ’60, che è una derivazione ed un superamento della psicoanalisi classica (quella di Sigmund Freud). Naturalmente, da allora nel tempo l’Analisi Transazionale è ulteriormente cresciuta ed ha esteso le sue basi culturali ed operative. Oggi noi ci riferiamo alla Analisi Transazionale Relazionale.

 

Ci occupiamo inoltre, grazie alla integrazione nell’equipe di specialisti nutrizionisti, di pazienti affetti da disturbi alimentari.

Collaborano con noi anche altri specialisti, che possono essere d’aiuto in caso di disturbi specifici dell'apprendimento, da deficit di attenzione/iperattività, dai disturbi dello spettro dell'autismo, da disturbi neurocognitivi sia del bambino che dell’adulto o dell’anziano.

Altri professionisti specifici, sempre inseriti nel lavoro d’equipe, possono essere d’aiuto in caso di disfunzioni sessuali.

Abbiamo anche professionisti che si occupano di psicologia forense e di psicologia del lavoro.

Siamo infine coadiuvati da specialisti neurologi, neuropsichiatri infantili, psicomotricisti, logopedisti, pediatri e medici-legali.

 

COME FUNZIONA LA PRESA IN CARICO DELL’EQUIPE

IL PRIMO COLLOQUIO

Nel primo colloquio con lo specialista senior (psichiatra) si formula una ipotesi di lavoro, si valutano le necessità più immediate, si danno le prime risposte ai bisogni della persona sofferente.

A partire da questo momento, il percorso terapeutico è strettamente adattato alla specifica situazione di quella persona in quel momento esistenziale.

A seconda delle situazioni, potrebbe essere necessaria solo una pillola la sera per aiutare a riposare, o potrebbe invece richiedersi un percorso vero e proprio.

Potrebbero cioè essere necessarie ulteriori visite psichiatriche, oppure test psicologici, o anche colloqui psicologici prima di avere tutti gli elementi per decidere quale sia il percorso più adatto.

 

La decisione sul percorso terapeutico viene presa dalla intera equipe dei nostri specialisti, in modo da garantire al paziente un esame multidisciplinare della sua situazione, valutando la migliore tipologia di intervento nel caso specifico tenendo conto anche delle esigenze organizzative del paziente.

 

Ove necessaria una psicoterapia, può essere svolta in maniera individuale, di coppia, in gruppo. Le sedute hanno una cadenza stabilita in relazione ai bisogni, e in alcuni casi possono anche avvenire a distanza, mediante l'uso di Skype.

 

A COSA SERVE LA PSICOTERAPIA

La maggior parte delle volte, le persone cercano nella psicoterapia un sollievo dalle sofferenze che si portano dentro e che limitano la loro capacità di essere autonome, realizzate, felici. Può trattarsi di conflitti interiori, di difficoltà di relazione, possono essere il sintomo di alterazioni nel funzionamento fisico del cervello, essere la conseguenza di malattie del corpo. Possono essere disturbi dell’alimentazioni, dipendenze, lutti, separazioni, o eventi traumatici.

 

In tutti questi casi la psicoterapia è il mezzo migliore per realizzare un cambiamento che consenta una vita più serena, tuttavia la psicoterapia può essere di grandissimo aiuto in molti altri casi.

Solo a titolo di esempio, noi riscontriamo nella nostra pratica quotidiana quanto la psicoterapia sia utile in questi casi:

 

·       Acquisire maggiore consapevolezza

Prendersi cura della propria salute psicologica significa decidere di ascoltare un disagio che si è lentamente andato formando in noi o che ha fatto irruzione in modo inaspettato nella nostra vita.
La scelta di rivolgersi a uno specialista può consentire di individuare le ragioni che sottendono il proprio malessere, di collocarlo nell’ambito della propria storia personale e della propria fase di vita, ed eventualmente di intraprendere un percorso di cura che permetta di dipanare i fili che tengono ancorati alla propria condizione di sofferenza.  Concedersi uno spazio per pensare ai propri problemi si rivelerà un'occasione non solo per una maggiore consapevolezza di sé, ma anche per un cambiamento nel rapporto con gli altri. 

·       Aiutare il proprio figlio a crescere

Nei momenti critici di cambiamento come l’ingresso in una scuola nuova, un cambiamento nella struttura familiare o nell'ambiente, può accadere che i bambini e gli adolescenti segnalino la loro difficoltà. I segnali possono essere irritabilità, nervosismo, aggressività, disturbi nel sonno o nell'alimentazione. O ancora: il rendimento scolastico ha subito un calo, il bambino o l'adolescente evita i rapporti sociali, o è apatico, sembra rifugiarsi in un suo mondo. Spesso queste situazioni di disagio si risolvono in breve. Se però il disagio si prolunga, diventa sempre meno tollerabile da tutta la famiglia e più difficile da comprendere e modificare. Per questo può essere utile parlare con professionisti esperti di questi problemi. 

·       Affrontare insieme i cambiamenti

L’adolescenza è il periodo dei cambiamenti: cambiano i rapporti famigliari, cambia l’identità soggettiva, la percezione dei bisogni, dei desideri, le priorità. Tali cambiamenti possono essere vissuti in maniera difficoltosa e tumultuosa dal giovane e dalla sua famiglia: segnali possono essere depressione, attacchi di panico, uso di sostanze, problemi con il proprio corpo, con l’alimentazione, autolesionismo, difficoltà scolastiche, conflitti in famiglia... La nostra équipe multidisciplinare è a disposizione di ragazzi e genitori.

 

A COSA SERVONO I FARMACI

Diciamo subito che non tutte le persone sofferenti hanno bisogno dell’aiuto di farmaci. I conflitti interiori o relazionali, nella maggior parte dei casi, vengono da noi affrontati solo con la psicoterapia (nelle sue varie forme e modalità). Tuttavia, se la persona presenta sintomi che sono di impedimento al suo “funzionamento” quotidiano, che gli sono di ostacolo sul lavoro e nelle relazioni sociali, allora i farmaci possono aiutare ad alleviare i sintomi, mettendo le persone in condizione di affrontare il percorso psicoterapeutico con maggiore serenità. In questi casi cerchiamo di usare i farmaci più moderni, con minori effetti collaterali possibili. Cerchiamo anche di usare le dosi più basse efficaci nel controllo del sintomo, e solo per il tempo strettamente indispensabile. La filosofia dell’Analisi Transazionale è che le persone nascono fondamentalmente libere ed autonome, ed il nostro compito come terapeuti consiste nell’aiuto verso il recupero di questa autonomia e libertà, anche rispetto alle pillole.

 

ATTIVITA’ DI CONSULENZA

La nostra equipe è attivamente impegnata in attività di consulenza e didattica in varie aree professionali.

·      GRUPPI BALINT PER MEDICI

In tempi in cui fare il medico o prendersi cura dei malati sta diventando un compito sempre più complicato, ansiogeno, misconosciuto e logorante questo tipo di gruppi possono contribuire a ridurre il carico emotivo della funzione curante, a prevenire il burnout e la disaffezione e a far sentire il medico un po’ meno solo.

·      CONSULENZA AZIENDALE

Miglioramento delle relazioni in ambito aziendale, miglioramento delle performance, strategie e tecniche di relazione col cliente.

·      CONSULENZA SCOLASTICA

Strategie di intervento con alunni problematici, metodologie didattiche con alunni BES, prevenzione e risoluzione del bullismo personale ed on-line, dipendenze da sostanze, da oggetti, da social media


ATTIVITA' DI RICERCA, CONDIVISIONE, DIDATTICA

1.    RICERCA

Il nostro team è attivamente impegnato nel costante aggiornamento, nell’allargamento delle prospettive cliniche, teoriche, filosofiche, epistemologiche, su cui basa poi la prassi operativa nell’incontro con la persona sofferente. 

Tutte le attività di ricerca, teoriche e cliniche, sono svolte nel rispetto dei codici etici e deontologici più rispettosi della riservatezza dei dati dei pazienti.


2.    SEMINARI SU TEMI DI PSICOLOGIA, PSICHIATRIA, FILOSOFIA

Sia con i membri della nostra equipe che con l’intervento di docenti esterni, organizziamo seminari di studio ed approfondimento in vari campi di interesse. I prossimi incontri verteranno su temi quali:

 

·      IL SOGNO nella prospettiva Analitico-Transazionale Relazionale

I sogni possono aiutare a ricostruire alcuni processi intrapsichici più ampi, mettendo in luce aspetti endopsichici conflittuali o strutturali, e possono assumere un ruolo importante nella guida interiore del soggetto per la propria reintegrazione psichica.

 

·      IO SONO OK- TU SEI OK: conseguenze relazionali, sociali, politiche

L'Okness è un inno all'uomo, è un atteggiamento di fondo che attribuisce uguale dignità ai propri desideri ed a quelli degli altri. Una buona okness richiede di smettere di intrattenere relazioni asimmetriche, in cui ci poniamo più o meno consapevolmente al di sopra o al di sotto degli altri. L'Okness è anche conoscenza ed accettazione dei propri limiti e di quelli degli altri.  Che conseguenze ha l'Okness nelle relazioni interpersonali ed in quelle sociali? Quali principi e prassi politiche ne possiamo trarre?

 

·      ANALISI TRANSAZIONALE E PSICOTERAPIA ESISTENZIALE DI IRVIN YALOM.

Yalom descrive nei suoi libri il modo in cui ha metabolizzato l'insegnamento ricevuto attraverso l'analisi personale con Rollo May, riuscendo a costruirsi uno stile personalissimo, duttile, capace di adattarsi alle situazioni più diverse, senza mai perdere di vista i propri punti deboli e le proprie incertezze. Che sarebbe stato Freud senza le lezioni di filosofia di Brentano, senza l'imbarazzante Nietzsche, e soprattutto senza Sofocle, Shakespeare, Dostojevski? E così, come potrebbe un terapeuta essere dedito a qualcos'altro che il senso dell'esistenza umana? 

3.   MARATONE DI FORMAZIONE E TERAPEUTICHE

L’Analisi Transazionale è nata come psicoterapia di gruppo, ed in questo tipo di setting trova la sua massima espressione ed efficace. Il nostro Centro organizza “maratone” residenziali per pazienti, tirocinanti, psicoterapeuti in formazione. In un clima di accoglienza e protezione, sedute di psicoterpia di gruppo si alternano ad esercizi psicologici ed approfondimenti testologici, si protraggono per 4-7 giorni, dando la concreta possibilità di un lavoro profondo ed efficace sulle dinamiche interiori dei partecipanti.


4.   TERAPIA RESIDENZIALE

In prospettiva, prevediamo la possibilità di attivare un’accoglienza residenziale che possa consentire a pazienti particolari di trovare l’ambiente protettivo che possa aiutarli nel processo di cambiamento. Affronteremmo in questo modo situazioni particolari, quali conflittualità familiari esasperate, difficoltà di integrazione e socializzazione, persone che abbiano la necessità di allontanarsi temporaneamente da situazioni di disagio. Il ricovero è volontario, e non sostituisce la funzione sei Servizi di Diagnosi e Cura degli ospedali pubblici, non occupandosi di emergenze psichiatriche.

 

5.   CONFERENZE DIVULGATIVE

·       TA 101

·       Lions

·       Rotary

 

6.   PUBBLICAZIONI

·       Su riviste del settore

·       Blog nostro sul nostro sito web. Pagine in lavorazione:

o  Questo documento (Giovanni)

o  La persona e il rispetto (Alessandro)

·       On line sui social:

o  Facebook

o  Instagram

o  Twitter

 

 

7.   AMMISSIONE DI TIROCINANTI

Allievi in formazione delle scuole di psicoterapia possono essere ammessi a partecipare come uditori alle attività dell’equipe, sempre tenendo nella giusta considerazione le esigenze di riservatezza dei pazienti.

 

 




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Il disturbo bipolare

In generale, le fasi maniacali dei pazienti bipolari possono presentare alcuni di questi sintomi:

  • Ridotto bisogno di sonno;
  • Grandiosità, scarso giudizio;
  • Eloquio rapido e pressante, intrusivo, caratterizzato da teatralità, eccessivo gesticolare, tono e volume del discorso più importante di ciò che viene detto;
  • Fuga delle idee, bruschi cambiamenti di pensiero, distraibilità;
  • Eccessiva ideazione di nuovi progetti grandiosi e partecipazione ad attività multiple;
  • Aumento della libido con promiscuità;
  • Aumento della socievolezza, che però facilmente si trasforma in aggressività, esplosioni di rabbia incontrollata, distruttività. Questi pazienti possono diventare ostili e pericolosi, con conseguenze catastrofiche che derivano dalla scarsa capacità di giudizio.
  • Irrequietezza;
  • Abuso nell’uso di alcol, tabacco, droghe;
  • Spese immotivate ed incontrollate;
  • Gioco d’azzardo.

Il Disturbo Bipolare, anticamente chiamato Sindrome Maniaco-Depressiva, è una patologia molto seria che se non trattata tempestivamente ed in maniera adeguata, può causare gravi sofferenze e risultare decisamente invalidante. Questo disturbo è caratterizzato da gravi alterazioni dell’umore, delle emozioni e dei comportamenti, con una durata molto variabile. Nella forma più tipica, il paziente presenta l’alternarsi di fasi di umore esaltato, agitazione, distruttività (fase maniacale), alternate con fasi di umore gravemente depresso. Queste variazioni patologiche dell’umore persistono per settimane, mesi o anni ed hanno sulla persona un effetto invasivo tanto da influenzarne ed alterarne la capacità di giudizio. Sia la Mania che la Depressione influiscono notevolmente sulla vita dell’individuo, e sono fortemente debilitanti sia sul piano lavorativo, che sociale, che affettivo e familiare.

Il disturbo bipolare necessita perciò di un intervento adeguato e quanto mai tempestivo.

Infatti, sia nelle fasi maniacali che depressive vi è un forte rischio di comportamenti auto- o etero aggressivi, con elevata frequenza di suicidi.

Le fasi depressive sono molto simili ad una grave depressione, come descritta sopra.

Questi pazienti di solito non hanno alcuna percezione di percezione di essere malati, pensano di sentirsi bene nelle fasi iniziali della mania, e perciò rifiutano ogni trattamento.


Esistono diverse forme della malattia:

  • Tipo 1 (con cicli di Mania e depressione);
  • Tipo 2 (con Ipomania e depressione);
  • A cicli rapidi (con alternanza delle fasi maniacali e depressiva nel giro di giorni o ore);
  • Forme Miste (in cui coesistono sintomi maniacali e depressivi).


Il Disturbo Bipolare è fra le malattie psichiatriche con una base organica ben identificata, e quindi è trattabile farmacologicamente. 

Una psicoterapia di sostegno è indispensabile, specialmente nelle prime fasi del trattamento: il paziente di solito si oppone fortemente alla cura, ritiene che i farmaci lo “rallentino” e lo privino di quei momenti di esaltazione che tanto gli piacciono. La psicoterapia serve ad attivare le sue parti “adulte”, aiutarlo a rientrare in contatto con la realtà, e quindi accettare il trattamento. Successivamente, una volta riacquistata la necessaria lucidità, la psicoterapia ha la funzione di riabilitare il paziente alla vita sociale, familiare, lavorativa.

Una terapia valida ed efficace del Disturbo Bipolare si deve dunque fondare sulla conoscenza competente della malattia, intesa come la comprensione della fenomenologia, della storia naturale, ovvero la natura ricorrente, il peggioramento e l’andamento stagionale, la conoscenza degli aspetti biologici, compresa la reazione ai farmaci nelle diverse fasi di mania e depressione, le teorie biologiche riguardanti l’eziologia e i meccanismi di azione dei farmaci utilizzati.

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